Nel 1974 l’artista Marina Abramovic, famosa per le sue performance particolari ed intense, organizza a Napoli un evento mirato ad esplorare il corpo e la mente umana nelle sue manifestazioni più estreme.
In “Rhythm 0” Marina rimane per 6 ore in piedi, immobile in mezzo al pubblico che viene invitato ad utilizzare una serie di oggetti lasciati a disposizione.
Circondata da rose, piume, miele, profumo, ma anche forbici, scalpelli, lamette e una pistola carica, Marina Abramovic lascia decidere al pubblico se e come usare gli oggetti presenti. Su un biglietto che racchiude le istruzioni della performance si assume la completa responsabilità di cosa accadrà e si impegna a non reagire, a non difendersi, comportandosi come un oggetto.
Nelle 6 ore successive il pubblico inizia ad interagire con il corpo inerme di Marina in modo del tutto inaspettato in una veloce escalation di violenza che si conclude con una persona che le punta una pistola alla testa.
Ma la parte più interessante arriva quando allo scadere del tempo Marina smette di essere oggetto e camminando verso il pubblico ritorna essere umano.
È quello il momento esatto in cui tutti scappano via, in cui il pubblico, come risvegliato da uno stato di trance, si sottrae alla possibilità di un confronto, incapace di affrontare Marina come soggetto.
Questa performance, che mi ha affascinata profondamente, ci racconta cosa accade quando non riusciamo a mettere dei confini, quando facciamo fatica a difenderci dicendo di no.
Racconta di quanto è importante imparare a tutelare i nostri spazi e, con delicatezza ma con decisione, mettere dei limiti a ciò che l’altro può fare di noi.
Sono tanti i motivi per cui spesso facciamo fatica a tutelare noi stessi e ci ritroviamo a dire di sì quando profondamente sappiamo che stiamo dicendo no a noi stessi.
Imparare a tutelare e rispettare ciò che sentiamo profondamente senza sensi di colpa e liberi dal timore di essere abbandonati dall’altro è uno degli aspetti che si può affrontare all’interno della terapia. L’obiettivo, come sempre, è comprendere cosa ci spinge a reagire in un certo modo e solo dopo, quando sentiamo di essere pronti, trovare il tempo e il modo giusti per noi per incoraggiarci a fare qualcosa di diverso.
Il senso di libertà che sperimentiamo quando impariamo a rispettarci ci permette di vivere con noi stessi e con gli altri e di costruire rapporti più sani, liberi da rancori inconsci e dal peso dell’aspettativa che possiamo avere nei nostri confronti come verso l’altro.
👉🏻 Nel video ci occupiamo del perché facciamo così fatica a dire di no, finendo a volte in situazioni dolorose e dalle quali sembra impossibile uscire e di come invece possiamo promuovere dentro di noi un atteggiamento più attento e comprensivo delle nostre più profonde esigenze.