Vi capita mai di ritrovarvi a sbuffare in fila fuori da un negozio o mentre siete in attesa al telefono?
Io spesso osservo i volti seccati dei guidatori fermi al semaforo rosso e mi viene sempre da pensare a quanta vita sprechiamo nel timore di non perdere tempo.
Quando iniziamo un percorso di terapia siamo chiamati a diventare “pazienti” in tutti i sensi: è uno dei primi temi che mi trovo ad affrontare quando, puntualmente (e comprensibilmente), un nuovo paziente mi chiede “quanto dovrò aspettare prima di vedere i primi risultati?”
La risposta è che non lo so, perché ogni percorso è un viaggio a sé e nessuno sa quanto lontano si può andare. Quello che invece so è che i cambiamenti profondi richiedono tempo e costanza, due caratteristiche preziose da coltivare, soprattutto in una società dominata dalla velocità e dalla gratificazione istantanea dei bisogni come la nostra.
Nessuno vuole perdere tempo, questa è la priorità assoluta per tutti. Ma perdere tempo e sprecare tempo sono due cose diverse. Concentrare l’attenzione solo sui momenti di attività e produttività e rifiutare quelli di attesa rischia di farci perdere il senso di ciò che facciamo e soprattutto di chi siamo.
Saper attendere ci permette di coltivare sogni importanti e ci aiuta a raggiungere risultati duraturi e profondi: un po’ come il bruco che si trasforma in farfalla solo dopo un lento, discreto processo di metamorfosi che passa inevitabilmente attraverso una fase di attesa che è preparatoria all’esplosione della vita.
In questo video parliamo della capacità di saper aspettare e quanto possa essere importante in una società dove la velocità e la produttività sono considerati dei valori.
Parliamo di FOMO, una forma d’ansia che molti hanno e di cui non sono consapevoli e della differenza tra perdere tempo e sprecare il tempo.