L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico strutturato che si usa per il trattamento del trauma e per alleviare lo stress e i disturbi che spesso seguono le esperienze traumatiche.
Quando si usa
L’EMDR nasce come trattamento per il Disturbo Post Traumatico da Stress che segue generalmente, eventi traumatici gravi come abusi, aggressioni, violenze fisiche o psicologiche, incidenti.
Sono molti però i sintomi che possono essere generati o amplificati da un ricordo traumatico non elaborato per il cui trattamento l’EMDR si è rivelato molto efficace: ansia, attacchi di panico, disturbi alimentari, disturbi del sonno, fobie, lutti, malattie oncologiche e stati stressanti che si convertono in disfunzioni fisiche, come quelle sessuali.
Inoltre l’EMDR può essere utile anche per migliorare le performance in atleti o persone che hanno bisogno di aumentare il loro livello di performance.
Ri-conoscere il trauma
Quando si parla di trauma tendiamo a pensare a grandi catastrofi come incidenti, gravi perdite, abusi sessuali, in realtà possono essere considerate traumatiche tutte le esperienze dolorose non elaborate che, seppur accadute molto tempo fa e quindi ormai passate, continuano a minacciare il nostro benessere presente.
Si tratta di situazioni molto più comuni di quello che potremmo immaginare, come essere stati presi di mira dai compagni di scuola con forme di bullismo, la perdita precoce di una persona cara, o anche l’aver vissuto un periodo di forte difficoltà economica, per citarne solo alcuni esempi.
Capita a tutti nella vita di fare esperienza di situazioni difficili e purtroppo anche molto dolorose, la mente è però equipaggiata per raccogliere emozioni, pensieri, sensazioni corporee (sì, anche il corpo ha una sua memoria!) ed elaborarle in un ricordo integrato con tutti gli altri che conserviamo.
Quando il carico emotivo è troppo però, il cervello fa fatica ad integrare la grande mole di informazioni ricevute tutte insieme velocemente, così nasce un trauma.
È semplice infatti riconoscere se un ricordo è stato traumatico per noi: quando ripensiamo ad una situazione e sentiamo che il nostro corpo si riattiva, che si scatenano dentro di noi intense sensazioni fisiche, abbiamo a che fare con trauma. Dimenticare diventa difficile, il ricordo di quel momento entra come in un cortocircuito che ci ossessiona e il vissuto doloroso si congela dentro di noi rendendo difficile l’elaborazione e generando ansia e sintomi anche molto forti.
Il trauma trasforma il nostro cervello
Per garantirci la sopravvivenza anche nei casi più estremi, il cervello si è dovuto organizzare creando, nel tempo, dei sistemi che ci consentono di rispondere in modo efficace alle situazioni pericolose.
Se, per esempio, mentre siamo in una foresta incontriamo un leone è molto probabile che la visione dell’animale sia preceduta da un fruscio di foglie. Il nostro cervello percepirà che ci potremmo lasciare le penne, sarà invaso dalla paura e farà in modo di evitare che quella situazione possa ripetersi. Come? Creando un’associazione automatica ed inconscia: ogni volta che sento il fruscio delle foglie devo stare allerta perché potrei essere in pericolo di vita.
Questa informazione di importanza vitale non può aspettare i lunghi tempi della parte razionale, per questo viene conservata nella parte inconscia ed automatica del cervello pronta ad entrare in azione al minimo segnale d’allarme. Il messaggio è così prezioso da essere conservato separatamente rispetto agli altri ricordi e resta quindi intoccabile dalla ragione e quindi dal linguaggio.
Come funziona l’EMDR
La chiave per entrare nel cuore del trauma è il corpo e la sua memoria.
Partendo infatti dalle sensazioni fisiche e dalle risposte emotive generate dal ricordo, si utilizzano i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per ricreare la connessione tra quelle parti del cervello che sono state ‘scollegate’ dall’evento traumatico.
Attraverso questa stimolazione bilaterale, mentre il soggetto è concentrato sulle emozioni e sensazioni corporee legate al ricordo si può ricollegare la memoria fino a quel momento bloccata, stimolando nuove connessioni e significati. Dopo poche sedute generalmente si inizia a sperimentare un miglioramento della sintomatologia e le connotazioni negative legate al ricordo si allentano, per poi svanire, sostituite da sensazioni neutre o addirittura positive.
L’utilizzo del trattamento sia singolo, che integrato all’interno di un percorso terapeutico tradizionale, può fornire un adeguato sostegno e si rivela in molti casi di grande aiuto.
(La foto mostra l’iperattivazione del cervello di una donna con Disturbo Post Traumatico da Stress prima e dopo un trattamento di 4 sedute da 90 minuti di EMDR.)
Per maggiori informazioni: EMDR Italia, EMDR UK & Ireland, EMDR Europe.