Quante volte preferiamo stare zitti e covare dentro per non rischiare di ferire l’altro?
Quante volte evitiamo di esprimere le nostre idee perché sentiamo di essere gli unici a pensarla diversamente? Quante volte invece preferiamo ferire noi stessi non dicendo ciò che sentiamo, pur di non intaccare l’immagine che gli altri hanno di noi?
Nella vita di tutti i giorni può capitare ad esempio di essere superati mentre siamo in fila, o di sentirci infastiditi dal comportamento di qualcuno a cui vogliamo bene ma che in quel momento ci ferisce.
Spesso scegliamo di stare zitti, di mettere a tacere le nostre emozioni talvolta nel tentativo ci proteggere l’altro, altre volte per proteggere la nostra immagine.
Ma ogni volta che non diamo voce alle emozioni una piccola parte di noi muore schiacciata dalla rabbia e dalla frustrazione e veniamo poi invasi come da un senso di impotenza, di fallimento.
Si tratta generalmente di piccoli episodi, insignificanti per il resto del mondo; talmente semplici che può capitare di vergognarcene anche solo a raccontarli, ma che invece ci toccano nel profondo, il cui ricordo ci tormenta a volte per giorni.
Esprimere i propri punti di vista, le proprie idee, la propria visione del mondo significa essere a contatto con le proprie emozioni e trovare un modo equilibrato per condividerle anche quando creano dolore.
Il prezzo che paghiamo ogni volta che restiamo in silenzio, mettendo a tacere noi stessi, è altissimo. Forse non ce ne accorgiamo immediatamente, ma nel tempo un simile comportamento creerà dentro di noi un vulcano pronto ad esplodere. È così che può capitare di rispondere davvero male ad un amico che magari ha solo fatto una battuta che è l’ultima di una serie di atteggiamenti che, magari a sua insaputa, ci feriscono.
Quando troviamo un nostro equilibrio interiore viene spontaneo restare in contatto con il flusso emotivo che inevitabilmente ogni giorno ci attraversa. È questo contatto che ci permetterà di esprimerci in modo rispettoso dell’altro e allo stesso tempo assertivo, ovvero rispettoso di chi siamo. L’obiettivo non sarà più avere ragione o aggredire l’altro, ma semplicemente mostrare il proprio punto di vista e implicitamente rispettarsi e ottenere rispetto.
Potremmo iniziare a provare ogni giorno a fare un piccolo sforzo per esprimere le nostre idee, le emozioni anche negative, evitando in tal modo di farle accumulare dentro di noi. Tutto ciò che è inespresso, anche quando pensiamo di averlo chiuso in qualche stanza remota della mente, continua a farsi sentire e ad agire nei modi più sorprendenti.
Se c’è un concetto che è rimasto immodificato in tutta la storia della psicologia è l’idea che tutto ciò che è chiuso, separato, inespresso nella nostra mente è fonte di patologia. Ricordiamocene la prossima volta che dovremo scegliere se esprimerci o scomparire.