Romina Rubino
Psicologa, Psicoterapeuta Psicoanalista italiana a Londra
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Di coccinelle e larve interiori

by Romina Rubino 16/02/2022
written by Romina Rubino

La settimana scorsa ho fatto una cosa che non avrei mai pensato di fare: ho comprato delle coccinelle!

Quando uno degli alberi del giardino è stato infestato da strani insetti neri, il mio primo istinto era di cercare di liberarmene il prima possibile. Ero spaventata, perché non li avevo mai visti e sentivo un forte senso di invasione.

La soluzione più semplice sarebbe stata comprare un veleno e superare velocemente il problema.
Ho deciso però di fermarmi e fare qualche ricerca, ho pensato che valesse la pena provare a capire ed è così che ho scoperto che una soluzione diversa esiste e sono proprio le coccinelle, che si nutrono delle larve di altri insetti parassiti proteggendo i giardini.

Mentre liberavo le coccinelle che mi sono arrivate per posta il giorno dopo (!) mi sono fermata a riflettere su come quando ci muoviamo spinti dalla paura finiamo per liberarci frettolosamente da situazioni che invece potrebbero rivelarsi preziosi momenti di crescita.

Se ci fermiamo a riflettere e ci incuriosiamo delle nostre “larve interiori”, forse possiamo scoprire che invece, possono diventare utili alleati e aiutarci a mantenere rigogliosi i nostri giardini interni.

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Psicologi italiani per Parigi. Dare un senso al dolore.

by Romina Rubino 19/11/2015
written by Romina Rubino

Parigi

Finora sono rimasta in silenzio di fronte allo sgomento dei recenti avvenimenti di Parigi, perché ritengo che le parole, quando non sono precedute da una riflessione, non solo non servano ma possano facilmente diventare velenose, pericolose forse quanto i fatti.

Silenzio.
Perché il silenzio, quando è riflessione e non indifferenza, resta per me la più alta forma di rispetto, l’obiettivo più difficile da conseguire in un tempo in cui vomitiamo continuamente e pubblicamente una sconfinata brodaglia informe di emozioni non elaborate, non pensate.
Nel mio silenzio ho raccolto tutte le mie emozioni, lo sgomento, la paura, la confusione, la rabbia, la frustrazione, il disgusto, lo sconforto, la disperazione, la tristezza. Ho cercato di tenerle tutte dentro di me, tutte insieme, in attesa che come un puzzle si ricomponessero in un quadro coerente, in un’unica grande immagine di speranza.

Quando qualche giorno dopo sono salita su un aereo tutte le tessere si sono mischiate tra loro e ho avuto paura, perché siamo sempre spaventati da ciò che non riusciamo o non possiamo comprendere. Le ho però tenute ancora, in silenzio, tutte mischiate dentro di me perché non erano ancora mature per essere espresse, perché il quadro non era ancora completo.

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Oggi sono qui a scrivere pensando ai fatti di Parigi, alla natura dell’uomo, alla vita e alla morte, a quale sia il senso delle nostre vite… ho ancora tante domande e credo che la più grande sia “Perché?”.
E se adesso vi aspettate l’ennesima spiegazione, mi spiace molto deludervi ma io non ce l’ho.
Ho rotto il mio silenzio solo perché in questo turbinio di inquietudine generale i pezzi del mio puzzle si sono in qualche modo riuniti… hanno trovato un senso. Non nelle parole ma nei fatti.

Il sito Psiche.org ha lanciato l’interessante iniziativa “Act for Paris” a cui partecipo e che continua a raccogliere le adesioni di psicologi e psicoterapeuti italiani che a titolo gratuito offrono la propria disponibilità a fornire un sostegno psicologico online per gli italiani che risiedono a Parigi e che stanno combattendo in questo momento con le loro paure, che stanno cercando di ricostruire il loro puzzle.

Personalmente penso che se c’è qualcosa di sensato in tutto questo caos è la speranza in un mondo migliore; se eventi come quelli di Parigi possono in qualche modo essere onorati e rispettati, il modo migliore per me è restare in silenzio e agire in modo costruttivo.
Che per ogni vittima ci possa essere una ri-nascita in ciascuno di noi.

Se l’odio di poche persone può generare altro odio così grande, pensiamo cosa può accadere se ognuno di noi mette a disposizione una piccola parte di sé, ciascuno secondo ciò che può, per creare un’ondata di sana, alta umanità.

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Se sei uno psicologo o uno psicoterapeuta abilitato e sei interessato al progetto, puoi offrire il tuo aiuto come volontario. Se sei un cittadino italiano e conosci persone italiane che vivono a Parigi puoi segnalare l’iniziativa!

(Le foto che trovate nell’articolo sono state scattate da me qualche anno fa. Le ho scelte per rappresentare la grande dignità, libertà e vitalità di una città come Parigi che per me rappresenta tante cose ma che non riesco proprio ad associare ad immagini di morte e lutto. È il mio modo per rendere rispetto a  questa città e a chi le dà vita.)

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Inside out. L’elogio delle emozioni.

by Romina Rubino 14/08/2015
written by Romina Rubino

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Le emozioni ricoprono un ruolo fondamentale nelle nostre vite, guidano la percezione del mondo e partecipano attivamente alla costruzione della memoria colorando i nostri ricordi più importanti.
È noto infatti che le informazioni memorizzate “emotivamente”, accompagnate cioè anche da una carica emotiva, si fissano meglio nella nostra mente con il risultato che riusciamo a ricordare quegli eventi più facilmente.

Ma l’importanza delle emozioni per una buona salute mentale è una scoperta relativamente recente. Ancora oggi infatti capita di rintracciare i retaggi di quella visione predominante nel pensiero occidentale dei primi del ‘900 che concepiva le emozioni come una fastidiosa interferenza al tanto agognato pensiero razionale.
Prevaleva infatti, in quell’epoca ancora non troppo lontana, l’idea che le emozioni potessero offuscare una visione oggettiva del mondo, interferendo con quello che invece era definito il “pensiero scientifico”, cioè con la verità.

Col passare degli anni e grazie alle numerose ricerche scientifiche tale visione si è completamente capovolta, rivelando invece la funzione fondamentale che le emozioni rivestono nei processi di percezione ed organizzazione delle informazioni. Numerose ricerche hanno dimostrato infatti come l’umore (cioè l’emozione prevalente in un preciso momento) influisca non solo su come percepiamo ciò che ci accade ma anche su cosa ricordiamo. Sembra infatti che siamo più propensi a ricordare eventi ed informazioni che sono in sintonia col nostro umore, per cui se siamo tristi avremo una tendenza a richiamare dalla memoria una serie di circostanze tristi, mentre quando siamo felici tenderemo a focalizzarci sui momenti felici del nostro passato.

Insomma, sembra tutta una questione di colori… almeno in questo modo hanno voluto metterla gli autori del bellissimo ed emozionante film della Disney-Pixar “Inside out”, in uscita a breve nelle sale italiane.

Il film ha come protagoniste proprio le 5 emozioni di base Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura, Disgusto che si contendono alternativamente la guida della mente della giovane protagonista, una ragazza di 11 anni alle prese con un periodo particolarmente difficile della propria vita: il passaggio alla pubertà.

emotions

L’aspetto cruciale che il film affronta in modo egregio e particolarmente divertente è appunto l’importanza del contatto con le emozioni: quella capacità cioè di riconoscere e rispettare lo stato d’animo  prevalente in ogni momento.
Le emozioni lavorano intensamente dentro di noi ma anche fuori, apportando un grosso contributo alla formazione delle relazioni sociali.
Gli studi mostrano infatti come la nostra identità è definita da specifiche emozioni, che modellano ciò che percepiamo e come esprimiamo noi stessi nel mondo, evocando risposte anche negli altri. La rabbia ad esempio, come è mostrato in numerosi studi, ci mobilita nel riconoscere meglio le situazioni di ingiustizia e ci rende particolarmente attivi nel cercare soluzioni per porvi rimedio.

Ma la vera protagonista del film è Tristezza, un’emozione che troppo spesso tendiamo ad evitare, che siamo abituati a mettere a tacere senza ascoltare le sue ragioni.
Spinti forse da una tendenza anche culturale che sembra dettarci il comando perentorio “sii felice”, dimentichiamo che anche la tristezza ha una sua funzione, un ruolo. Quest’emozione spesso bistrattata fa parte integrante del “corredo emozionale” di cui siamo dotati alla nascita ed in fondo è proprio quando siamo tristi che ci fermiamo a riflettere su cosa ci sta accadendo e partiamo alla ricerca delle cause di questo senso di malessere.
Potremmo dire che se la gioia e la rabbia sono le emozioni dell’azione, la tristezza è l’emozione della riflessione. Perché quando senti che Tristezza prende il comando, comprendi che è giunto il tempo di fermarsi e sentire, dialogare con te.
Forse siamo portati però ad associare la tristezza ad uno stato caratterizzato da inattività, passività, da assenza di azioni utili. Nel film, ma anche nelle nostre vite, la tristezza invece sa essere anche azione: spinge le persone a stare più a contatto con se stesse quindi anche tra loro, per questo è soprattutto quando questa emozione prevale che le persone si uniscono, si stanno accanto.

Le emozioni  letteralmente ci guidano su un cammino che altrimenti percorreremmo come ciechi; si tratta di un processo che illumina il nostro presente ma anche il nostro passato e che pervade tutta la nostra identità.
“Inside out”, con un approccio ironico ed emozionante allo stesso tempo, offre un interessante spunto di riflessione sulla nostra vita emotiva, ci riavvicina e riappacifica con tutte le nostre emozioni, rivendicandone l’importanza.

 

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Romina Rubino Psicoterapeuta Italiana a Londra
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Membro BACP. Riceve a Londra. Email: rominarubino@yahoo.it

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