Romina Rubino
Psicologa, Psicoterapeuta Psicoanalista italiana a Londra
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La morte e il suicidio

by Romina Rubino 28/03/2021
written by Romina Rubino

Il tabù della morte

Freud non pensava alla morte come un abisso da vincere, ma come condizione della vita. È il trascorrere del tempo, il suo divenire inesorabile a farci apprezzare i dettagli apparentemente più insignificanti della vita. Il corrompersi delle cose, anziché generare disperazione, introduce a una esperienza della bellezza non disgiunta da quella della caducità: «Nel corso della nostra esistenza, vediamo svanire per sempre la bellezza del corpo e del volto umano, ma questa breve durata aggiunge a tali attrattive un nuovo incanto. Se un fiore fiorisce una sola notte, non perciò la sua fioritura appare meno splendida».

“Tratto da “I tabù del mondo” di M. Recalcati

La morte e il suicidio sono dei tabù del nostro tempo: è diventato sempre più difficile parlarne, soprattutto in una società che evita il dolore e la sofferenza e premia una visione della vita positiva a tutti i costi.

Parlare di morte e suicidio ci aiuta a reintegrare degli aspetti che pure fanno parte della vita e che, se tagliati fuori, possono diventare pericolosi.

Quando stiamo male (e dico “quando” perché il dolore è uno stato naturale della vita insieme a tutti gli altri ) chiediamo aiuto, parliamone con qualcuno, diamo parole al nostro dolore e permettiamoci di incontrare l’altro nella condivisione di un momento di sofferenza.

Questo video è dedicato a Mario e a tutti quelli che soffrono in silenzio, perchè possano sentire che c’è spazio per dare voce a se stessi e alle proprie emozioni. ❤️

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L’EMDR

by Romina Rubino 28/03/2021
written by Romina Rubino

Dopo aver esplorato il trauma, impariamo a conoscere uno dei modi più efficaci per affrontarlo.

Cos’è l’EMDR?

L’EMDR è un approccio terapeutico che si usa per lavorare sul trauma, per alleviare lo stress e i disturbi che spesso seguono le esperienze traumatiche.
Nasce come trattamento per il Disturbo Post Traumatico da Stress: una sindrome che si presenta dopo eventi traumatici gravi come abusi, aggressioni, violenze fisiche o psicologiche, incidenti.

Nel tempo però l’EMDR si è rivelato molto efficace nel trattare anche stati d’ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno, fobie e tutti quei sintomi che hanno origine, o vengono amplificati, da un evento traumatico non elaborato.

Come funziona l’EMDR?

La chiave per entrare nel cuore del trauma è il corpo e la sua memoria.
Si parte dalle sensazioni fisiche e dalle emozioni legate al ricordo traumatico e si usano i movimenti oculari (o altre forme di stimolazione tattile o sonora) per ricreare la connessione tra quelle parti del cervello che sono state ‘scollegate’ a causa dell’evento traumatico.

Grazie a questa stimolazione bilaterale si può ricollegare la memoria fino a quel momento bloccata, stimolando nuove connessioni e significati.
L’attenzione duale, che ci accompagna in tutto il processo, ci permette di stare con un piede nel passato e uno nel presente, passando facilmente dalle emozioni spaventose legate al ricordo traumatico, alla sicurezza del presente dove parti adulte e competenti si prendono cura di noi.

L’EMDR ricollega parti della mente che erano prima scollegate dal resto dei ricordi, avviando un naturale processo di auto-guarigione di cui tutti gli esseri umani sono dotati.

L’obiettivo non è dimenticare il trauma, ma aiutare la persona a esplorare e affrontare i significati profondi che si legano a quell’evento. Dopo poche sedute generalmente si inizia a sperimentare un miglioramento dei sintomi e il ricordo di ciò che ci tormentava si trasforma da negativo a neutro, o addirittura positivo.

Nel video di approfondimento in cui parliamo di:
🔸come funziona praticamente l’EMDR
🔸in che modo agisce sul cervello trasformando la struttura dei ricordi
🔸quali tipi di sintomi possono essere trattati attraverso l’EMDR

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Il trauma

by Romina Rubino 28/03/2021
written by Romina Rubino

Il trauma è una “ferita dell’anima” che può lasciare cicatrici profonde quando non curato.
Quando si parla di trauma tendiamo a pensare a grandi catastrofi come incidenti, gravi perdite, abusi, in realtà possono essere considerate traumatiche tutte le esperienze dolorose non elaborate che, anche se accadute molto tempo fa, continuano a minacciare il nostro benessere presente.

Siamo equipaggiati per elaborare emozioni anche molto intense e nel 70-80% dei casi anche eventi traumatici molto stressanti si risolvono naturalmente grazie ad un innato meccanismo di elaborazione che “digerisce” le informazioni ed integra in modo costruttivo il ricordo di quel momento.

Quando il carico emotivo è troppo però, il cervello fa fatica ad integrare le tante informazioni ed emozioni ricevute tutte insieme, così nasce un trauma: ripensiamo ad una situazione e sentiamo che il nostro corpo si riattiva, che si scatenano dentro di noi intense sensazioni fisiche che non riusciamo a controllare. Dimenticare diventa difficile, il ricordo di quel momento ci ossessiona e il vissuto doloroso si congela dentro di noi, elaborare sembra impossibile e finiamo per vivere nell’ansia.

Nella psicoterapia ci occupiamo proprio di queste ferite, le troviamo nascoste tra le storie che ci siamo raccontati per coprire il dolore, le scoviamo sotto gli attacchi di panico e le fobie, tra gli incubi e i dolori cronici in cui si concentra la tensione della mente che prova a resistere.

Come nel kintsugi, l’arte giapponese di riparare gli oggetti rotti con l’oro, nella terapia cerchiamo le rotture, scopriamo le ferite e nel curarle, le arricchiamo. Così quel ricordo frammentato che avevamo tentato di buttare risplende con la forza che ci ha aiutato a superarlo: ciò che sembrava irreparabile diventa invece il nostro punto di forza.

Nel video di approfondimento in cui parliamo di:
🔸come si comporta il nostro cervello durante le situazioni traumatiche
🔸in che modo riconoscere quei sintomi che hanno origine traumatica
🔸come trasformare un sintomo in un segnale utile a conoscerci meglio

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È giusto o sbagliato? Dipende!

by Romina Rubino 27/03/2021
written by Romina Rubino

Quando abbiamo a che fare con tematiche profonde spesso ci viene da chiederci se è “giusto o sbagliato”, se quell’elemento nella nostra vita, quella caratteristica della nostra mente sia “buono o cattivo” per noi.

“È giusto o sbagliato essere in un certo modo, comportarsi in un certo modo?”

La realtà in cui viviamo è complessa e ricca di significati, sfumature, punti di vista: ridurla a due sole semplici categorie come “giusto e sbagliato” ci priva di quella ricchezza data dalla molteplicità delle visioni.
Per questo l’invito di oggi è ad andare oltre all’idea di giusto o sbagliato.

E se proprio vogliamo dare una risposta direi che la risposta è “dipende”.
Non ci sono regole, non ci sono punti da seguire o consigli che possano racchiudere il senso, l’essenza di chi siamo.

È difficile lo so, spaventoso e disorientante per certi versi. L’unica bussola che possiamo usare siamo noi stessi, le nostre emozioni.

Per questo è importante conoscersi profondamente, in modo da poter sfruttare al massimo tutte le nostre potenzialità, tutte le risorse che abbiamo a disposizione e che a volte perdiamo per paura.

Non esiste buono o cattivo, esiste invece cosa ce ne facciamo di ciò che siamo e di cosa ci capita.
Oltre l’idea di giusto e sbagliato c’è un campo, incontriamoci laggiù.

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Overthinking: pensare troppo

by Romina Rubino 27/03/2021
written by Romina Rubino

“Quanto più rimugini un pensiero negativo, tanto più esso viene rafforzato. Se lo ignori, lo farai morire di fame.” Swami Satchidananda

Quando pensare diventa un’ossessione ci ritroviamo persi, intrappolati in un labirinto dove percorriamo sempre le stesse strade senza mai trovare soluzione o via d’uscita. Non importa che sia giorno o notte, che ci stiamo divertendo o annoiando, quel pensiero che ci tormenta arriva e si impossessa della nostra mente senza lasciare spazio ad altro.

L’auto-riflessività è una delle funzioni più importanti della mente umana, è ciò che ci distingue da tutte le altre specie viventi, ma quando diventa troppa si trasforma in un problema e noi finiamo per non trovare pace, tormentati da circoli infiniti di pensieri che ci disturbano.

Gli inglesi lo chiamano “overthinking”, letteralmente “pensare troppo” ed è un fenomeno molto diffuso che contribuisce ad alimentare ansia e depressione.
Quando pensiamo troppo infatti, tendiamo a focalizzarci sull’aspetto problematico di ciò che ci accade, sottraendo tempo ed energie alla ricerca di una soluzione.

Occuparci delle aree della nostra vita che sentiamo di poter migliorare è una buona abitudine; pre-occuparci invece di ciò che potrebbe accadere significa sprecare energie.
I motivi che ci spingono a farlo riguardano in genere una fatica a lasciar andare il passato, o un’ansia di affrontare il futuro.

A volte si tratta di un rimuginare su situazioni avvenute anni fa (come all’asilo!) in cui non ci perdoniamo per come ci siamo (o non ci siamo) comportati, altre volte serve a darci l’illusione di poter prevedere, di poterci preparare ad un evento che potrebbe avvenire.
In entrambi i casi il risultato è che ci perdiamo il momento presente.

✍🏻 E a voi succede? Vi capita di pensare troppo?
✍🏻Quali tipi di pensieri vi assillano di più? Quelli legati al passato o quelli rivolti al futuro?
✍🏻 Quali strategie avete sviluppato per reggere il peso dei pensieri intrusivi?

Nel video approfondiamo le ragioni profonde che si celano dietro questo fenomeno e sperimentare dei modi per poterlo affrontare al meglio trasformando l’angoscia in azione.

In questo video parliamo di:
🔶 pensieri intrusivi
🔶 perchè pensiamo troppo?
🔶 come possiamo utilizzare questa modalità per conoscerci meglio

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L’inconscio

by Romina Rubino 27/03/2021
written by Romina Rubino

La mente è un po’ come un campo innevato, una meravigliosa distesa di neve, dove l’atmosfera sembra tranquilla e regna una pace apparente.
A volte possiamo riconoscere le impronte dei passi di chi ci è passato attraverso lasciando segni riconoscibili, ma sotto strati di neve si nasconde un mondo diverso, vivo, pulsante.

Con la terapia riscaldiamo questi campi e, come in una tiepida Primavera, portiamo alla luce, a piccoli passi, i profumi, i colori, i sapori che erano sepolti, congelati sotto strati di ghiaccio.
Ci sono zone che richiedono perlustrazioni più profonde, dove la neve è arrivata da talmente tanto tempo e così tanto in profondità che il disgelo rivela sorprese che nessuno poteva immaginare, come la bellissima renna che mi ha emozionata in una passeggiata tra le terre della Lapponia.

Il campo innevato è la mente razionale, i sentieri segnati dai passi di chi ci è stato accanto sono quelli che usiamo per orientarci nel cammino.
Il mondo pulsante di vita, che è per la maggior parte nascosto e sconosciuto, è il nostro Inconscio.

Ci sono molti modi per esplorarlo, è un viaggio avventuroso e a volte difficile, ma che non delude mai.
Nel video proveremo ad approfondire insieme quali strumenti abbiamo per passeggiare tra i campi innevati della mente, per scoprirne quei colori che spesso fanno fatica ad emergere, ma che pure esistono e che premono per venire alla luce della consapevolezza.

In questo video esploriamo:
🔶 cosa è l’Inconscio e come funziona
🔶 quali meccanismi utilizziamo inconsapevolmente
🔶 come scovare il materiale inconscio nascosto

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L’interpretazione dei sogni

by Romina Rubino 27/03/2021
written by Romina Rubino

“Ho fatto un sogno stranissimo la notte subito dopo la nostra ultima seduta, lo devo assolutamente raccontare!”

“Certamente!”

“Eravamo in un sotterraneo, forse un garage. Al piano superiore scoppiava una guerra, c’era polizia dappertutto ed io ero spaventatissima! Tu eri con me.
Tra il frastuono, a un certo punto, i nostri sguardi si sono incrociati e tu mi hai indicato una porta. Siamo entrate lì. Era una stanza piccolina, stranamente dentro mi sentivo serena, anche se sapevo che sopra e tutto intorno c’era la guerra!
Siamo rimaste lì a parlare aspettando che un poliziotto, che sapevo era appena fuori dalla porta, ci avrebbe avvisate appena la guerra sarebbe finita.”

I sogni da sempre affascinano perché ci raccontano gli scenari più profondi della nostra mente, svelando paure e desideri che a volte non siamo in grado di pronunciare quando siamo svegli.

Tutti sogniamo, sempre. Anche chi pensa di non farlo perché non li ricorda mai. I sogni svolgono un ruolo fondamentale nel funzionamento della nostra mente ed interpretarli ci avvicina al nostro mondo interiore, apre le porte ad una conoscenza più profonda di noi stessi, della nostra personalità, del nostro inconscio.

Il sogno qui sopra è di una mia paziente. Racconta della guerra interiore che le è scoppiata dentro e che l’ha condotta ad iniziare una terapia, ma racconta anche del sentimento di poter avere un posto sicuro in cui rifugiarsi, in cui poter parlare con qualcuno, pensare insieme, uno *stare* con l’altro e con se stessi che porterà la guerra a finire.

Quando sogniamo, scriviamo come con una penna su un foglio bianco: lo strumento che tutti utilizziamo è lo stesso, ma ognuno conserva la sua calligrafia ed il suo stile, che è e resterà sempre unico.

In questo video ci occuperemo di:
👉🏻come ricordare i sogni
👉🏻esplorare che senso hanno i sogni nella nostra mente
👉🏻imparare a leggere i significati che i sogni celano

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Autosabotaggio

by Romina Rubino 27/03/2021
written by Romina Rubino

Quando ero una studentessa universitaria e dovevo studiare qualche materia che non mi piaceva particolarmente iniziavo a ciondolare per casa pulendo le cose più improbabili. A un certo punto mi ritrovavo con la testa nel sottolavello della cucina a mettere ordine e riorganizzare i detersivi: un’urgenza che ovviamente non poteva aspettare! Praticamente mi stavo autosabotando!

Visto che l’esame mi sembrava noioso o forse troppo impegnativo, mi dicevo che pulire il sottolavello era una giusta motivazione per rimandare l’inizio dello studio.
L’autosabotaggio è un insieme di atteggiamenti (consci o inconsci) attraverso cui finiamo per rovinare da soli i nostri piani, ritrovandoci in situazioni molto simili dove il risultato è sempre lo stesso: non otteniamo gli obiettivi che ci eravamo prefissati.

La nostra mente è molto creativa e trova sempre modi nuovi con cui autosabotarsi:

👉🏻possiamo avere paura del fallimento o del successo (sì, del successo!)
👉🏻rincorrere obiettivi idealizzati e non raggiungibili
👉🏻farci prendere dal perfezionismo
👉🏻circondarci di persone che non ci sostengono
👉🏻procrastinare
👉🏻avere paura della paura o della felicità (sì, della felicità!)

Non importa quale sia il modo o i modi (perché spesso sono diversi) che la mente trova per autosabotarsi, ciò che conta è:
✅individuare i propri meccanismi di autosabotaggio e imparare a riconoscerli
✅esplorare i motivi profondi che li alimentano
✅provare a fare qualcosa di diverso quando ci accorgiamo che li stiamo mettendo in atto

Insomma, scoprite quali sono i vostri sottolavelli e quando sentite l’irrefrenabile istinto di pulirli, fate altro!

In questo video:
🔸individuiamo i meccanismi (consci o inconsci) con cui ci autosabotiamo
🔸esploriamo le cause che si nascondono dietro questi comportamenti
🔸cerchiamo una chiave di lettura che ci aiuti a trovare nuove modalità di agire

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Autostima

by Romina Rubino 27/03/2021
written by Romina Rubino

La nostra parte giudicante e critica si fa sentire più forte quando siamo in momenti di difficoltà.
Non vuole farci del male, è spesso il modo che abbiamo trovato per spronarci a fare meglio!

Cerchiamo di accoglierla e tenerla a bada. Piano piano potremo insegnarle che esistono altri modi per progredire ed evolvere.

In questo video di approfondimento parleremo di:
🔸come si forma l’autostima
🔸quali sono i possibili gli ostacoli che ci impediscono di migliorarla
🔸come occuparci della nostra autostima

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Ringrazio di avere avuto gli attacchi di panico

by Romina Rubino 27/03/2021
written by Romina Rubino

Una mia paziente un giorno mi ha detto “Ringrazio di avere avuto gli attacchi di panico”.
E per quanto potrebbe sembrarvi assurdo, aveva ragione!

“Non avrei mai immaginato di dire queste parole, ma io veramente ringrazio di avere avuto gli attacchi di panico. Oddio, se mi sentisse la “me” di un anno fa penserebbe che sono impazzita!”

“Perché?”“Sono stata malissimo, non riuscivo più a fare niente, mi spaventava qualsiasi cosa: avevo paura di prendere la metro, di mangiare, non riuscivo a dormire, non potevo viaggiare. Non posso credere a quanto sono stata male.”

“E ne sei venuta fuori, più forte di prima. Un po’ come gli atleti olimpici con le gambe bioniche che alla fine sono diventati più veloci di quelli con le gambe umane. Perché nella vita non importa ciò che ci accade, ma cosa ce ne facciamo di ciò che ci accade. Potevi tenere a bada il panico con le medicine e portarti tutto dentro, ma hai deciso di cogliere tutto questo come un’occasione per prenderti cura di te.”

“E ho scoperto che pensavo di avere di morire e invece avevo paura di vivere!”

Vi è mai capitato di sentirvi così? A volte basta cambiare punto di vista per capire che possiamo imparare molto anche dal dolore… e che non tutti i mali vengono per nuocere.

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